1.50 Parla delle fibre tessili vegetali
Alle fibre tessili vegetali fanno oggi molta concorrenza le fibre tessili artificiali. In effetti le seconde hanno ottime qualità, come l'inattaccabilità dalle tarme e proprietà antipiega, però hanno in genere il difetto di essere troppo poco porose e di conseguenza antigieniche. Si preferisce pertanto, di solito, mescolare i due tipi di fibre per la confezione di abiti, allo scopo di riunire i pregi di entrambe.
Fibre tessili vegetali sono fornite dal lino, dal cotone, dalla canapa e dalla iuta, usata per sacchi e indumenti da lavoro. La fibra tessile di lino si ricava dallo stelo della pianta erbacea Linum usitatissimum. Per questo scopo vengono eliminati i residui legnosi del fusto, quindi le fibre vengono pettinate e composte in matasse; molto pregiato, il lino è usato per biancheria, nell'abbigliamento estivo e nell'arredamento. Il cotone è una pianta erbacea i cui frutti a capsula contengono semi avvolti in abbondante peluria: questa peluria è la fibra tessile. Quando le capsule sono mature, si aprono e lasciano intravedere i fiocchi di bambagia; è a questo punto che si fa, a mano, la raccolta. Si possono usare anche raccoglitrici meccaniche, però se ne ricava un prodotto meno apprezzato perché con le macchine si devono raccogliere le capsule ancora chiuse, per cui la fibra non è matura. Le piante di canapa vengono tagliate e sparse sul terreno a seccare; quindi vengono tolte le foglie e i fusti, riuniti in fasci, vengono fatti macerare e quindi sottoposti a stigliatura, operazione con la quale le fibre vengono liberate del tutto dai fusti. La canapa è molto resistente, ed è quindi usata per fare corde e tele da sacco o da vela; le qualità più fini sono usate anche nell'abbigliamento.
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