1.44 Quali sono le piante foraggere?
Si dicono foraggere quelle piante che vengono utilizzate per l'alimentazione del bestiame. Le colture foraggere si possono distinguere in pascoli, prati, prati-pascoli ed erbai. I pascoli sono composti da piante che appartengono alle più svariate famiglie botaniche. Possono essere permanenti e temporanei; i primi non hanno limiti di durata, i secondi invece durano pochi anni o anche pochi mesi, come nel caso di pascoli che si formano nell'intervallo fra una coltura e l'altra. Nei pascoli il foraggio viene brucato direttamente dall'animale. Nei prati, invece, il foraggio viene falciato e utilizzato in seguito fresco o conservato. I prati possono essere permanenti oppure da vicenda. I primi, diffusi soprattutto nella Valle Padana, sono composti per lo più da avena bionda, erba fienarola, loglio perenne, trifoglio ibrido. I prati da vicenda sono costituiti da una sola o pochissime specie di piante della famiglia delle leguminose (erba medica, trifoglio pratense e ladino, lupinella, sulla).
Nei prati-pascoli una parte del foraggio viene falciata, di solito quella primaverile, mentre la rimanente, cioè quella estiva, viene pascolata. L'erbaio è formato da piante annuali di rapido sviluppo che durano sempre meno di un anno e spesso, anzi, pochissimi mesi. Possono infatti venire coltivate anche nell'intervallo di tempo che passa tra la raccolta di una coltura e la semina della successiva (erbai intercalari), come nel caso degli erbai estivi che vengono seminati in estate dopo la raccolta del frumento.
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